Sono interviste di gruppo in cui l’intervistatore ha un ruolo non direttivo e i partecipanti sono chiamati ad esprimere liberamente tutte le idee e le associazioni mentali evocate dal tema di partenza proposto dall’intervistatore o da quanto hanno detto gli altri partecipanti, cercando di far emergere il maggior numero possibile di spunti creativi. Il brainstorming può servirsi di varie tecniche ausiliarie, quali ad esempio:
a) il diagramma di affinità, in cui i partecipanti hanno ciascuno un blocchetto di foglietti adesivi (post-it), sui quali devono scrivere le loro idee, e successivamente attaccarli su un cartellone posto su una parete della stanza; l’intervistatore può staccare e riattaccare i bigliettini, aggregandoli e riaggregandoli secondo criteri di affinità, similitudine ed opposizione, discutendo e rinegoziando la disposizione con i partecipanti, fino a giungere ad un sistema strutturato di idee condiviso da tutti;
b) il diagramma causa-effetto in cui i partecipanti vengono chiamati dall’intervistatore ad ipotizzare le cause di un dato evento e da queste ipotizzare a loro volta le loro cause, secondo una catena continua di domande del tipo “Perché è successo questo? Cosa lo ha causato?”;
c) l’analisi del campo di forze, in cui la discussione di gruppo è finalizzata a riempire un tabellone, compilato dall’intervistatore, diviso in due sezioni: una che riporta le “forze trainanti”, i pro, le opportunità, le ragioni a favore di una data decisione, l’altra riportante le “forze frenanti”, i contro, i rischi, le ragioni contrarie a una decisione.