La costruzione dello “spirito critico” è una finalità tipica della media education. Ma cosa significa mirare a costruire un critico dei media? Anzitutto ci focalizziamo sui significati che il messaggio porta implicitamente con sé, nella consapevolezza che ogni messaggio contiene punti di vista e valori, ossia che il tessuto testuale apre un mondo di senso, sempre orientato prospetticamente e “ritagliato” a partire da un punto di vista peculiare. È per questo motivo che la media education sottolinea da sempre l’importanza di inventare strategie didattiche capaci di mettere in evidenza la prospettiva inscritta nel testo e di sviluppare la capacità critica di valutare le coordinate del «mondo» aperto dal messaggio. Sviluppare il senso critico dei bambini significa attivare riflessioni intorno a:
- dimensione etica, evidenziando gli sfondi valoriali, le opzioni morali, i principi etici impliciti o espliciti contenuti nei testi mediali (ad esempio, il quadro etico-religioso shintoista a cui si rifanno i cartoon giapponesi; l’etica del consumo nei serial americani, ecc.);
- dimensione estetica, evidenziando i tratti stilistici di un genere televisivo o di un particolare autore, apprezzando sia i caratteri comuni, sia le scelte controtendenza ecc.;
- dimensione socio-culturale, ricostruendo gli sfondi mentali, le iscrizioni storiche, l’orizzonte «filosofico», le idee di mondo, le prospettive culturali che orientano i significati del testo.